Per studiare la funzionalità (sensibilità, tempo di risposta e qualità) dei nervi periferici sensitivi è necessario sottoporsi a un esame elettrofisiologico, con il supporto di uno specialista. Questo tipo di esame permette di valutare l’eventuale presenza di possibili alterazioni della percezione e della conduzione nervosa o neuromuscolare e in caso di anomalie patologiche, il medico potrà dirigersi verso una diagnosi di un possibile danno a un nervo, patologie neurologiche oppure neuromuscolari, di una neoplasia che può coinvolgere il nervo in vari modi.
Per rilevare un possibile deficit a carico del nervo acustico viene effettuato uno specifico screening uditivo che in termini medici viene chiamato ABR, a cui possono essere associati altri test. Per eseguire questo screening è necessario indossare delle apposite cuffie audiometriche, che ospedali, centri specializzati e medici specialistici possono acquistare anche sullo store di Amazon. Scopriamo insieme quali sembrano essere le migliori cuffie audiometriche presenti sullo store, secondo le varie recensioni rilasciate dagli utenti.
A che cosa serve l’esame dell’ABR?
L’esame ABR anche conosciuto come “valutazione dei potenziali evocativi uditivi” è un screening uditivo che può essere utile per avere una corretta diagnosi di una patologia chiamata “retrococleare”, ovvero a carico del nervo acustico che riceve una serie di stimoli dalla coclea e li trasmette prima al tronco encefalico e successivamente, al cervello.
A seguito della visita e delle indagini necessarie, se viene esclusa la presenza di un disturbo dell’udito dovuto a un deficit della conduzione a livello dell’orecchio esterno (ad esempio il tappo di cerume) o dell’orecchio medio (come alterazioni del timpano o della catena degli ossicini), il test ABR consentirà di evidenziare possibili anomalie di tipo neurosensoriale, in funzione della risposta nervosa a suoni di diversa intensità e tono.
Questa procedura di diagnosi può essere utile anche per la ricerca di varie problematiche, tumori benigni a carico delle cellule che ricoprono il nervo vestibolare e che possono alterare le funzioni del nervo acustico. Se l’ABR dovesse rilevare parametri al di fuori della norma, l’ipotesi di disturbi vestibolari dovrà essere confermata con una risonanza magnetica nucleare. Il test dello screening uditivo consente, inoltre, di stimare la soglia uditiva dell’orecchio esaminato e di valutare l’opportunità di applicare un apparecchio acustico che possa aiutare a migliorare la percezione dei suoni. La ripetizione dell’esame nel tempo permetterà di effettuare un monitoraggio del deficit della capacità uditiva.
L’ABR deve effettuato da un medico specialista sia negli adulti che nei bambini con “ipoacusia”, rilevata attraverso un esame audiometrico con cuffia e sollecitazione sonora oppure evidenziata dal paziente stesso. Il test dei potenziali evocativi uditivi può essere eseguito anche come valutazione di screening alla nascita, nei neonati che vengono considerati a rischio di un possibile deficit uditivo congenito (quando nascono da uno o due genitori sordi) oppure a causa di patologie infettive virali o esposizione a sostanze tossiche per l’udito della madre in gravidanza.
Come viene eseguito lo screening uditivo?
Lo screening uditivo è un esame diagnostico specialistico che deve essere effettuato da professionisti esperti di disturbi dell’udito e dell’equilibrio. Per eseguire il test è necessario che il medico applichi sulla superficie della testa del paziente (in posizioni prestabilite e uguali per tutti) alcuni elettrodi che avranno l’obiettivo di registrare la risposta funzionale delle strutture nervose sollecitate. Gli elettrodi solitamente vengono posizionati sul cuoio capelluto, in cima alla testa e in corrispondenza di ciascun lobo cerebrale.
A seguito di questa fase di preparazione, al paziente viene fatta indossare una cuffia audiometrica attraverso la quale vengono somministrati una serie di stimoli sonori con intensità, caratteristiche e durata di 10-15 mille-secondi. A ogni suono inviato corrisponde una risposta sotto forma di segnale elettrico, con caratteristiche legate al grado di funzionalità del nervo sollecitato o tipiche di un potenziale deficit della capacità uditiva.
Per una corretta esecuzione dello screening uditivo, il paziente viene fatto sedere su un lettino o una poltrona con poggiatesta in modo che possa assumere una posizione rilassata specialmente a livello dei muscoli del collo, del viso e della mandibola. Questo accorgimento è importante per via delle contrazioni muscolari che si associano a una stimolazione nervosa che può alterare l’esito del test.
Nel caso di bambini piccoli, spesso molto agitati e in tensione durante le visite mediche o distratti da ambienti nuovi, lo specialista può decidere di effettuare l’esame durante il sonno spontaneo oppure indotto con farmaci adatti per la sedazione in età pediatrica e che sembrano essere ben tollerati dai bambini. L’ABR, quindi, è un test non invasivo molto semplice che non sembra provocare alcun dolore o disagio al paziente esaminato e che solitamente richiede una mezz’ora di tempo a meno che non sia necessaria una sedazione preliminare.
Che cos’è l’audiometro? Come funziona?
L’audiometro è uno strumento che viene utilizzato da medici audiometristi o medici competenti per indagare la capacità uditiva del paziente e diagnosticare eventuali problematiche e deficit. L’esame audiometrico deve svolgersi in un luogo silenzioso e consiste nell’inviare al paziente, tramite cuffie audiometriche o archetto, degli impulsi uditivi a diverse frequenze e toni, a cui il paziente al momento dell’acquisizione dell’impulso deve reagire premendo un tasto. In questo modo, il medico riuscirà a conoscere la soglia uditiva del proprio paziente registrando impulsi e risposte in un grafico necessario per effettuare la diagnosi e comporre il referto audiometrico.
Come è fatto un audiometro?
L’audiometro è composto da:
- un corpo audiometrico: ovvero l’apparecchio che può avere diverse funzioni e dimensioni;
- dalle cuffie: che si collegano all’audiometro e servono per inviare gli impulsi sonori al paziente e misurare il suo udito per via aerea, quindi, per misurare la percezione uditiva che avviene mediante i padiglioni auricolari;
- dal risponditore paziente: che è un tubo collegato con un cavo all’audiometro e dotato di un tasto che il paziente deve premere nel momento in cui percepisce un impulso sonoro;
- dall’archetto per la via ossea: che misura l’udito attraverso la vibrazione del processo mastoideo dell’orecchio che arriva direttamente al nervo acustico.
Migliori cuffie audiometriche per screening uditivo
Ichiias Cuffie Audiometriche per screening uditivo
Si tratta di cuffie progettate in modo intelligente ed ergonomico, di facile utilizzo. Queste cuffie sono realizzate per offrire alta sensibilità, bassa distorsione e dare una risposta ampia e al contempo fluida. Secondo quanto riportato dall’azienda produttrice sul sito ufficiale, si tratterebbe di un prodotto che può essere adattato alla maggior parte degli audiometri importati e presenti sul mercato, che sembra essere in grado di offrire alta sensibilità durante lo screening uditivo.
Le cuffie possono essere utilizzate in centri specializzati per esami dell’udito, dipartimenti ospedalieri, scuole di formazione per non udenti, scuole guida, cliniche specializzate e laddove sia necessario l’utilizzo di questi strumenti per effettuare un controllo completo dell’udito e della percezione dei suoni. Le cuffie sono disponibili per l’acquisto sullo store di Amazon a un prezzo molto interessante, dove è anche possibile consultare le tante recensioni positive degli utenti che ne hanno effettuato l’acquisto rimanendone piacevolmente soddisfatti. Ottimo rapporto qualità-prezzo.
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Cuffie per audiometro professionale ad alta sensibilità 3dB
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Che cosa fare dopo l’esito dell’ABR?
A seguito dello screening uditivo, dopo avere eseguito il test ABR se lo specialista dovesse rilevare un’anomalia neurosensoriale, si attiverà per la ricerca della possibile causa effettuando una RMN per escludere l’eventuale presenza di problemi a carico del nervo acustico o vestibolare oppure di alterazioni anatomiche congenite (o conseguenti a traumi) che possono impedire una corretta funzionalità nervosa e una trasmissione degli stimoli sonori al tronco encefalico.
Il tipo di trattamento che viene indicato dal medico dipenderà per lo più dall’esito degli approfondimenti e potrà optare, a seconda dei casi, per l’applicazione di un apparecchio acustico oppure per l’esecuzione di un intervento chirurgico (qualora si debba rimuovere o correggere un difetto anatomico) e la riabilitazione, che verrà eseguita con diverse metodologie di miglioramento della comunicazione verbale, non verbale, mimica e mista.